Disabilità e nuovo governo, aspettative deluse? Appello a Conte
E’ stato lanciato in rete poche ore fa, per chiedere risposte certe e attenzione reale: si chiama “Appello disabilità” e mette a fuoco le “esigenze indifferibili”, tra cui criteri di riconoscimento, inclusione scolastica e lavorativa, accessibilità, caregiver, Lea.
ROMA. E’ stato lanciato poche ore fa in rete un “Appello disabilità”: si rivolge al premier Conte e al suo nuovo governo, a cui chiede risposte chiare e crete e un’attenzione reale alla disabilità, a partire dalle “emergenze indifferibili”. L’appello è stato lanciato da Carlo Giacobini sulla pagina Facebook di HandyLex e sta raccogliendo le firme di cittadini, famiglie e associazioni che ne condividano le richieste, indirizzate non soltanto a presidente del Consiglio e ministri, ma anche alle Federazioni per la disabilità, con cui lo stesso Conte ha voluto recentemente avviare un dialogo. E di cui afferma di aver accolto le istanze, nel momento in cui ha tenuto presso Palazzo Chigi la delega sulla disabilità. Un annuncio che però finora non si è concretizzato, dal momento che tale delega non appare in capo a nessuno dei tre sottosegretari nominati alla presidenza del Consiglio. Potrebbe essere quindi questa la prima aspettativa delusa di tante con le quali il mondo della disabilità ha guardato a questa nuova stagione politica.
Disabilità, una delega che non si vede.
“La cronaca politica delle ultime settimane ha ingenerato forti aspettative di cambiamento fra le persone con disabilità, le loro famiglie, le associazioni e in chiunque si interessi con senso civico di disabilità – si apre così l’appello – Il primo segnale interpretato positivamente è stato la convocazione da parte del presidente incaricato, in sede di consultazioni per la formazione del Governo e della stesura del programma, delle organizzazioni delle persone con disabilità, atto unico nella storia repubblicana. Il presidente, nella sua relazione alle Camere, ha sottolineato il tema della disabilità considerando prioritario un intervento organico e annunciando la previsione di uno specifico sottosegretario alla presidenza del Consiglio con le relative deleghe e quindi responsabilità e poteri. (…) Nel corso di una conferenza stampa poco dopo la nomina dei sottosegretari Conte sul punto ha dichiarato: ‘Ho avuto consultazioni anche con il mondo delle disabilità. Mi hanno chiesto espressamente di tenere le deleghe presso la presidenza del consiglio. Ho accolto questa richiesta. (…) Voglio creare un forum permanente per confrontarci’.
In realtà durante la consultazione le organizzazioni avevano espresso una indicazione più precisa – evidenzia il testo dell’appello, citando quanto riportato in quella sede dalle associazioni: ‘A Lei, professor Conte, valutare se debba essere un dipartimento specifico o un’altra struttura ad occuparsi, in modo non ancillare, di disabilità. Di certo riteniamo che questo attore, oltre ad essere incardinato nelle più elevate competenze istituzionali, debba disporre di deleghe ampie, forti, chiare e disporre di adeguate risorse; contare su una struttura solida e tecnicamente autorevole e preparata’. In questo scenario non si sono raccolte da parte delle forze politiche che sostengono il Governo richieste di chiarimenti, indicazioni, precisazioni sul perché dell’assenza di quella figura e, ancor più, di come operativamente la Presidenza del Consiglio intenda organizzare la sua azione”. E su questo primo punto chiedono chiarezza i firmatari dell’appello
Emergenze indifferibili.
La seconda parte dell’appello mette a fuoco le “emergenze indifferibili” in materia di disabilità: la revisione dei criteri di riconoscimento della disabilità; le norme per aumentare l’inclusione lavorativa (stiamo ancora attendendo le linee guida previste dal 2015) e garantire la conservazione del posto del lavoro a iniziare dalle persone con disabilità intellettiva e dalle donne, cioè da chi subisce una discriminazione plurima; l’adeguamento di norme e risorse per la vita indipendente: il riconoscimento e il sostegno del ruolo del caregiver familiare; la verifica e il monitoraggio sulla reale applicazione dei Livelli essenziali di assistenza, inclusa la fornitura di ausili; la garanzia di accesso in condizioni di pari opportunità ai servizi di diagnosi, terapia, riabilitazione, strutture e servizi ambulatoriali e ospedalieri a prescindere dalla disabilità; il contrasto alla segregazione e all’isolamento, tramite il supporto a servizi diversificati per l’abitare; la promozione e la garanzia dell’accessibilità e della mobilità, “anche usando la leva (ad oggi ignorata) del Codice Appalti”; la prevenzione delle violenze e dei trattamenti disumani e degradanti; il contrasto alla povertà e all’impoverimento derivante dalla disabilità, tema su cui hanno latitato sia il ReI che il Reddito di cittadinanza”; la reale “garanzia dell’inclusione scolastica e della formazione permanente, visti anche i segnali negativi di questi giorni (alunne e alunni con disabilità che non possono iniziare la frequenza per assenza di supporti e sostegni)”; la “governance reale dei programmi e dei piani per la disabilità affinché, nonostante gli sforzi di elaborazione e di condivisione non rimangano lettera morta come gli ultimi due Programmi d’azione biennale”; la definizione di un piano per la non autosufficienza che “garantisca risorse e modelli di riferimento, livelli essenziali di prestazioni, omogeneità di trattamento su tutto il territorio nazionale”.
Chiediamo conto.
L’ultima parte dell’appello contiene delle richieste di chiarimenti. Al Presidente del Consiglio, “quali siano nel dettaglio e operativamente gli obiettivi che intende perseguire e quali le modalità, gli strumenti, le strutture, le risorse che si intende destinarvi. Come siano garantite a questi intenti l’autorevolezza, le deleghe, le attribuzioni, le risorse anche di personale. E con quale previsione temporale poiché riteniamo ci sia necessità di una struttura solida e stabile affinché quelle deleghe non rimangano lettera morta”. Alle forze politiche che sostengono questo Governo, si chiede “quali siano state le valutazioni che hanno spinto a non richiedere con forza previsione di uno specifico sottosegretariato alla disabilità e ad accettarne l’assenza”. Infine, alle Federazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie si domanda “quali siano le azioni che intendano attuare in considerazione del fatto che non è stata accolta l’essenza delle loro richieste in sede delle consultazione e in considerazione delle emergenze elencate sopra ben note da decenni”.
fonte: www.edscuola.eu