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17 / 02 / 2020

Testamento biologico, diritto all’informazione

Riportiamo l’appello dell’associazione Luca Coscioni per il diritto all’informazione sul biotestamento.

Dov’è la campagna informativa?

Gentile Ministro, la prima scadenza prevista dalla legge sul biotestamento era quella dell’1 aprile 2018. Come prescritto dall’articolo 4 comma 8 della legge 219/2017, “il Ministero della Salute, le Regioni e le Aziende sanitarie provvedono a informare della possibilità di redigere le DAT” anche attraverso i rispettivi siti internet. Questa prima scadenza è stata rispettata dal Ministero da Lei guidato con la semplice pubblicazione della notizia sul sito internet.

Non abbiamo assistito a una vera e propria campagna di informazione ma, stando all’allora sottosegretario di Stato per la salute Armando Bartolazzi (18 ottobre 2018), “l’attività di informazione istituzionale sarà certamente riproposta e rafforzata in seguito alla definitiva approvazione” del decreto istitutivo della Banca dati nazionale delle DAT.

Ora che il decreto per la Banca dati è stato firmato, Le chiediamo di passare dalle parole ai fatti e di avviare la campagna informativa!

Fonte: www.associazionelucacoscioni.it

Cosa dice la legge?

Ricordiamo che la legge 22 dicembre 2017, n. 219 ha introdotto nell’ordinamento italiano le disposizioni anticipate di trattamento (Dat) e l’articolo 1, commi 418 e 419 della legge del 27 dicembre 2017, n. 205, ha previsto l’istituzione presso il Ministero della salute della banca Dati destinata alla registrazione delle Dat. Il decreto regolamentare, firmato oggi dal ministro, definisce i contenuti informativi della banca Dati, i soggetti che concorrono alla sua alimentazione, le modalità di registrazione e di messa a disposizione delle Dat, le garanzie e le misure di sicurezza da adottare nel trattamento dei Dati personali nel rispetto dei diritti della persona, le modalità e i livelli diversificati di accesso alla medesima banca Dati. Il provvedimento con relativo disciplinare tecnico, ha concluso il previsto iter amministrativo che ha visto, tra l’altro, l’acquisizione del parere del Garante per la protezione dei Dati personale, l’intesa in Conferenza Stato-Regioni e il previsto parere del Consiglio di Stato.

La Banca Dati Dat verrà alimentata con le Dat raccolte dagli ufficiali di stato civile dei comuni di residenza dei disponenti, dai notai e dalle Regioni che abbiano, con proprio atto, regolamentato la raccolta di copia delle Dat; anche i cittadini italiani residenti all’estero potranno far pervenire la propria Dat alla banca Dati nazionale per il tramite delle rappresentanze diplomatiche o consolari italiane all’estero.
Potranno accedere alla Banca Dati nazionale Dat i medici che hanno in cura il disponente/paziente in situazione di incapacità di autodeterminarsi, il fiduciario (indicato dal medesimo disponente) ed il disponente stesso, tramite identificazione con il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) che garantisce la sicurezza dell’accesso.

La Banca Dati nazionale Dat garantirà il trattamento dei Dati e le misure di riservatezza e sicurezza in conformità con il Codice in materia di protezione dei Dati personali, modificato e integrato in coerenza con il regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016 (GDPR). Le Dat precedentemente depositate presso Comuni, notai e rappresentanze diplomatiche o consolari italiane all’estero saranno acquisite nella banca Dati nazionale entro sei mesi dall’attivazione della stessa.

Applaudono i partiti e movimenti che si sono battuti per questa misura. “Dopo 17 mesi di violazione della legge da parte del Ministero della Salute, siamo ora lieti di poter ringraziare il Ministro Speranza per la firma del decreto istitutivo della Banca Dati nazionale delle Dat, uno strumento utile per rendere pienamente applicativi i testamenti biologici su tutto il territorio nazionale”, spiega Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni. Per questo decreto l’Associazione aveva prima diffiDato il Ministero della Salute, poi aveva fatto ricorso al Tar Lazio. La prima udienza si sarebbe dovuta tenere il 16 dicembre 2019. Erano ormai 10mila le persone firmatarie dell’appello per l’istituzione della Banca Dati indirizzato prima al Ministro Giulia Grillo, successivamente al Ministro Roberto Speranza. “Le Dat depositate presso i Comuni o i notai – continua Gallo – saranno finalmente immediatamente consultabili dai medici in caso di bisogno, in qualsiasi struttura sanitaria del territorio nazionale. Per completare l’applicazione della legge 219/2017, ora il Ministero della Salute, le Regioni e le aziende sanitarie rispettino l’articolo 4 comma 8 della legge 219, laddove indica che questi devono provvedere “a informare della possibilità di redigere le Dat”.

Fonte: www.repubblica.it